Description
“Nel periodo ferrarese, la musica di Gesualdo subisce una strana e straordinaria trasformazione. Cosa è accaduto? L’incontro con le signore di Ferrara, le duchesse Margherita, Lucrezia ed Eleonora non è stato evidentemente solo un evento formale, previsto dall’etichetta delle corti ferrarese e mantovana, ma è stato un elemento rivoluzionario, sconvolgente, o quanto meno, innovatore, che si è innestato nella creatività artistica del Principe madrigalista. Abbiamo per questo scelto di costruire, accanto ad un piccolo saggio, quattro dizionari biografici, assai sintetici, di musicisti e musiciste, donne di potere e di cultura, contemporanei a Gesualdo, e che lo hanno influenzato o sono stati da lui influenzati, per mostrare (attraverso le biografie degli stessi) come esista quel misterioso collegamento tra di loro, i loro territori, le storie personali e gli elementi ispiratori della loro attività artistica o politica. Carlo Gesualdo non è certo un eroe solitario nel passaggio tra i due secoli, ma come lui, decine di artisti sentono il richiamo del nuovo. Se questi, però, sono ancora legati alla tradizione, il Principe Carlo appare come artefice e testimone della tensione cinque-seicentesca che egli scarica su di un ponte di musica, arditamente costruito verso il futuro, un ponte gettato sull’abisso, nella sfida prometeica di congiungere l’umano e il divino, il tempo e l’eternità” (Lina Lo Giudice).
“La presenza femminile al plurale è sempre stata al centro dei libri di Lina Lo Giudice, attenta ai fenomeni culturali e sociali che riguardano le donne, fino all’attuale volume in cui la musica è la sintesi geopolitica che unisce, nell’arco di tempo dei cinquanta anni quasi in cui Carlo Gesualdo visse, l’assetto umano, sociale e politico delle donne italiane alla cultura internazionale. L’autrice così analizza le relazioni che caratterizzarono la vita culturale italiana di quegli anni, fatte di legami tra le varie corti, di scambi di artisti, di circolazione delle opere. Intorno agli avvenimenti storici di grande interesse, ella ricrea sapientemente uno spazio e un tempo, quelli propri di Carlo Gesualdo, brulicanti di presenze, di voci: voci urbane della nobiltà napoletana e ferrarese, voci rurali del popolo di Gesualdo, voci maschili e autoritarie, voci femminili colte e intonate. Una ridda di richiami che il compositore coniuga in un linguaggio preciso nel lessico, tale è quello musicale della seconda metà del Cinquecento, e lo fa scegliendo la grammatica del contrappunto, di cui diventa sintesi e innovazione, per rendere le immagini e i pensieri legati a quelle voci che fin dall’infanzia avevano accompagnato Carlo. Ma se le partiture parlano espressamente ai musicisti, l’interessante lavoro di Lina Lo Giudice si rivolge ad un più vasto raggio di lettori e appassiona per la sua ricerca sul femminile che resta ancora un tema relativamente poco trattato” (Carla Conti, Conservatorio Santa Cecilia, Roma).